Freight Leaders Council

La sostenibilità nei trasporti e nella logistica / Freight Leaders Council, giugno 2016

La sostenibilità nei trasporti e nella logistica / Freight Leaders Council. – (Quaderno 25). – Roma : Freight Leaders Council, giugno 2016. – 196 p. [formato PDF, 4,2 MB].
Imporre per legge il calcolo delle emissioni prodotte attraverso il trasporto delle merci. Lanciare un piano nazionale per sostituire progressivamente i combustibili fossili con fonti a ridotto impatto ambientale: LNG e bio carburanti. Accelerare il rilancio dell’intermodalità ferroviaria e lo sviluppo della smart mobility, incidendo anche sulla cultura manageriale dei committenti fino a prevedere un sistema premiale per i trasporti più lenti e rendere visibile lo sforzo delle aziende verso una migliore sostenibilità dei servizi di trasporto delle merci.
Sono questi i sei passi che il Freight Leaders Council, ha individuato nel Quaderno #25 sulla sostenibilità ambientale del trasporto e della logistica, curato dal Presidente, Antonio Malvestio, con i contributi di rappresentanti delle istituzioni, delle aziende e degli esperti del settore, pubblicato in occasione del 25° anniversario della fondazione dell’associazione che riunisce i maggiori operatori della logistica italiana. Il testo si pone come un “manuale al servizio del lettore per illustrare come è possibile ridurre l’impronta ambientale nei trasporti” dando indicazioni alle aziende e alle istituzioni su come agire nell’immediato per far fronte all’emergenza emissioni prodotte dal trasporto merci e raggiungere gli standard imposti dall’Ue.
“I cambiamenti climatici sempre più rapidi stanno richiamando l’attenzione di tutti – spiega Antonio Malvestio, Presidente del FLC – La coscienza ecologica si sta velocemente diffondendo. Come spesso accade, siamo di fronte ad una accelerazione: la sostenibilità ambientale sta diventando una priorità, ma l’impreparazione media rischia di far compiere errori. Chi si occupa di trasporti e logistica sarà presto nell’occhio del ciclone. Mentre tutte le filiere hanno lavorato per il miglioramento dell’impronta ambientale riducendo la produzione di gas serra, i trasporti sono rimasti indietro. Con il trend attuale, saranno presto (tra il 2020 ed il 2030) responsabili per il 50% della produzione mondiale di CO2. Di questa, il 60% per il trasporto delle persone ed il 40% per il trasporto delle merci. Migliorare drasticamente l’impronta ambientale del trasporto e delle aree adiacenti alla logistica è possibile ed è a portata di mano. Costituisce anche un risparmio, in quanto diminuire la produzione di CO2 elimina gli sprechi. Occorre, però, decidere di non improvvisare e di seguire una pianificazione rigorosa”.
Vediamo quali sono i fronti sui quali intervenire.
L’impegno delle aziende. Già oggi le aziende hanno diversi strumenti a disposizione per impegnarsi nella riduzione delle emissioni nocive. Il Quaderno #25 ne prende in considerazione alcune, tra cui il premio Lean&Green, nato in Olanda ed “importato in Italia” dal FLC, che prevede un riconoscimento alle aziende di trasporto che si impegnano a ridurre del 20% le emissioni nell’arco di un quinquennio, producendo un’adeguata certificazione. Da notare che oggi è possibile ottenere incentivi statali a fronte di risparmi energetici in termini di carburante, grazie all’estensione del meccanismo dei certificati bianchi anche al settore dei trasporti.
Agire sui mezzi. Il passaggio imposto dalla normativa comunitaria, tra Euro 5 e Euro 6 ha drasticamente ridotto le emissioni e inciso positivamente sul consumo di carburante dei mezzi pesanti (-2/5%), ma è possibile anche lavorare sul fronte degli pneumatici, dell’aerodinamica dei mezzi e degli stili di guida che in tandem con le nuove tecnologie possono portare a risparmi di carburante fino a oltre il 10%.
La scelta del carburante. Sono già 4 i produttori di veicoli pesanti che presentano in gamma modelli alimentati a GNL. Anche la rete di distribuzione è in via di sviluppo. Si tratta di un’alternativa già esistente ed ampiamente esplorata in altri paesi europei. Anche i biocarburanti, di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori in Europa (e anche esportatore) è una tecnologia già pronta, adattabile alla maggior parte dei motori in circolazione. Si tratta di “incentivare” il salto verso queste scelte e lavorare sulla rete di distribuzione.
La logistica urbana. Una visione più smart ed ottimizzata delle consegne in ambito urbano diventa uno dei temi fondamentali sul fronte dell’efficientamento delle emissioni: le aree metropolitane non sono più un semplice punto di destinazione delle merci (il 45% delle tonnellate km origina nelle città) ma anche di partenza (per il 25%) mentre il restante 30% è costruito da merci che si muovono all’interno delle città stesse. Per quanto riguarda la destinazione d’uso del territorio è importante osservare che una percentuale variabile fra il 3 ed il 5% del territorio urbano è dedicato ad uso esclusivo delle merci.
L’intermodalità. Recuperare l’intermodalità ferroviaria significa tornare a “contare” sulla modalità treno per tutte le tipologie di merci. Ovvero rimettere in piedi un sistema di collegamenti cadenzati che offrano la possibilità agli imprenditori di accedere con facilità e convenienza a questa “alternativa”.

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